“Il futuro della città è istantaneo. C’è una riduzione del tempo che ci separa dalla dimensione della fantascienza: decidiamo ora la città che esisterà tra 50 anni.”

Con tutta l'ammirazione che noi di Ndesign nutriamo per Cini Boeri, non potevamo che dedicare un articolo anche al figlio, Stefano Boeri, architetto di fama internazionale e che tutti, sicuramente, conoscono per il suo Bosco Verticale a Milano. Un uomo pieno di sfaccettature che ha ampliato il suo campo d'azione negli anni, arrivando ad essere anche urbanista, teorico di architettura e politico, oltre che archistar.

Nasce a Milano nel 1956 e fin da bambino ha una vena artistica che lo porta nel 1980 a laurearsi in architettura presso il Politecnico di Milano, successivamente consegue un dottorato di ricerca in urbanistica presso l'Università IUAV di Venezia. Fonda nel 1993 “Multiplicity”, un’agenzia di ricerca che vede al suo interno la presenza di più menti creative, tra cui artisti, analisti, sociologi, fotografi, economisti, registi, che indagano sulle relazioni che intercorrono tra l’urbanistica e la geopolitica. Nel 1999 fonda con Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra lo “Studio Boeri”, portandolo una decina di anni dopo a costituire “Stefano Boeri Architetti”, studio concentrato non solo su progettazione di architetture e spazi aperti, ma lavorando alla creazione di vere e proprie visioni urbane, riqualificazioni che indagano il rapporto tra città, uomo e natura.

All'inizio degli anni 2000 Boeri si occupa di diversi progetti che si inseriscono nell'ambito delle strategie rigenerative urbane per la città di Milano, tra questi bisogna sicuramente citare Bicocca 307 (2003-2005), ovvero un intervento di ristrutturazione di un edificio industriale degli anni Sessanta che ha visto la riorganizzazione degli spazi interni destinati ad uffici e laboratori, la costruzione di un soppalco, l'adeguamento degli impianti e il restyling delle facciate esterne come una doppia pelle in vetro che lascia a vista la struttura originaria.
Allo stesso periodo risale anche la costruzione della nuova sede degli uffici RCS (2003-2011) e la riqualificazione dell'area esistente a Crescenzago, frutto di un concorso internazionale di architettura vinto dallo studio di Boeri. L’edificio disegnato è unico, ma si può scomporre in due porzioni in funzione della loro altezza: una prima parte dell’edificio è costituita da un corpo basso dalla pianta a C di cinque piani fuori terra e uno interrato; la seconda componente è una torre di 12 piani di circa 80 metri d’altezza. Quest'ultima diventa punto di riferimento visivo nella zona perché si inserisce in uno skyline caratterizzato da edifici tendenzialmente bassi. Dal 2009 si inizia anche la costruzione del secondo edificio, l'A2, connesso al già completato edificio C e nato dalla demolizione del vecchio edificio Rizzoli. Questa parte di progetto si connette visivamente alla prima aumentando la piazza interna e giocando con una facciata perfettamente piana verso la strada, ma che presenta una serie di introflessioni non omogenee verso la corte interna.
Ancora a Milano, tra il 2005 e il 2008, Boeri viene incaricato di progettare una residenza sociale a Seregno. È ormai chiaro che il lavoro dell'architetto vuole inserirsi nei contesti urbani, prendendo ispirazione da essi, ma con interventi tecnologici e contemporanei. Per questo residence opta per i tradizionali cortili interni, con una forma ad L su modello della casa a patio, ovvero dove l'interno e l'esterno sono strettamente connessi. L'alternanza di pieni e vuoti è accentuata sulla facciata esterna e ben sottolineata anche dall'involucro che copre le case come una pelle grigia, materiale scelto ad hoc per permettere all'acqua piovana di defluire facilmente.
L'attitudine di Boeri a lavorare con il contesto e a trasformare le città diventa ancora più evidente e apprezzata a Marsiglia con il progetto della Villa Méditérranée (2004-2013), realizzazione che aumenta parecchio la sua fama internazionale. L’edificio sorge sulla costa, nelle vicinanze del porto, con alle spalle il promontorio della Tourette, e si innalza da una piazza d’acqua marina che penetra nella banchina, simboleggiando il profondo legame con il mare, e che si rende visibile solo una volta entrati nel suo invaso. Visto dal promontorio l’edificio pare così sorgere su un’isola, mentre se guardato dal mare dà l’impressione di poggiare sulla terraferma. La forma dell’architettura è caratterizzata da un imponente sbalzo di 36 metri che, oltre a sovrastare la piazza, sembra voler oltrepassare con il suo aggetto la diga foranea. All'interno si sono studiati spazi flessibili e polifunzionali per rispondere alla necessità di un centro culturale. Un edificio simile che ha modificato l'estetica dell'area portuale, Boeri l'ha realizzato anche sull'isola della Maddalena, in Sardegna, si tratta della Casa del Mare (2008-2009)
Parlando di progetti che hanno reso Boeri un archistar, è chiaro che al primo posto si trova il Bosco Verticale (2007-2014) di Milano. L'architetto lo descrive come “un edificio-prototipo di una nuova architettura della biodiversità” ed è un manifesto di un'architettura contemporanea che non mette più solo l'uomo al centro, ma anche la natura e il rapporto fondamentale con essa. Premiato dal Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago come il miglior edificio alto del mondo e riproposto in altri contesti, da Losanna a Tirana, da Il Cairo a Huanggang e a Eindhover, il Bosco Verticale è sicuramente un successo planetario. L'idea di base è di costruire due grattacieli che vanno a densificare in altezza il verde urbano, garantendo anche un risparmio energetico notevole per chi vi abita e rigenerando l'ambiente e la biodiversità della zona.
Nel 2016 Stefano Boeri viene chiamato a prestare il suo intervento per la ricostruzione dei centri di Amatrice e Norcia, colpiti dal terremoto. Grazie al suo contributo progettuale, nell’ambito del programma benefico Amate Amatrice, vengono realizzati in tempi record il nuovo Polo del Gusto di Amatrice e il Centro Polivalente e di Protezione Civile di Norcia. Architetture progettate come misure di protezione civile antisismiche e come luoghi per il rilancio delle attività economiche e di ricreazione delle comunità e del loro spirito identitario. Il Centro Polivalente è realizzato in legno, per garantire la reversibilità dell’opera, e dotato di ampie vetrate, coronato da una dinamica copertura a falde, che riprende l’andamento sinuoso dei circostanti Monti Sibillini. Il nuovo Polo del Gusto, invece, è un complesso di edifici con varie funzioni (tra cui la mensa e le botteghe artigiane), anch'esso in legno, ma strutturato con una piazza interna e facciate vetrate rivolte verso i Monti della Laga.
Non sono solo certo questi i progetti seguiti dall'architetto, non vogliamo dimenticare la riqualificazione della stazione di Matera Centrale (2017-2018) o gli interventi che, partendo da un edificio da ristrutturare, hanno portato alla trasformazione tecnologica e verde di intere zone urbane, come è stato il progetto More 001 Jingan Creative Park (2017) a Shangai. Recentemente, a Milano ha appena presentato il progetto di Bosconavigli che, dopo il successo nel mondo del Bosco Verticale, ne vuole proporre una versione che si sviluppa attorno ad una corte centrale e a un olmo centenario e non sono mancati gli apprezzamenti alla sua proposta per il nuovo Stadio Meazza. Nel 2019 ha vinto un concorso internazionale per il recupero e ampliamento del Pirellino, ovvero l'edificio a torre degli anni Sessanta sede, fino al 2015, degli uffici comunali milanesi e che diventerà una torre botanica-residenziale, accessibile da un ponte-serra tecnologico. Noi non vediamo l'ora di vedere tutti i prossimi progetti! Per concludere, Stefano Boeri è stato curatore di numerose esposizioni internazionali di architettura, come la Biennale di Venezia e quella di Chengdu, oltre alla Triennale di Milano, al Salone del Mobile, alla Beijing Design Week e molte altre in tutto il mondo. È stato anche membro della Consulta di Architettura per Expo 2015, oltre che assessore alla cultura di Milano dal 2011 al 2013, inaugurando le rassegne Bookcity e Pianocity, rispettivamente dedicate alla letteratura e alla musica. Dal 2004 al 2007 ha diretto la famosa rivista Domus e successivamente, fino al 2011, Abitare. È ideatore e direttore artistico dal 2017 della Milano Arch Week, promossa dal Comune di Milano, in collaborazione con Politecnico, Triennale e Fondazione Feltrinelli. Sul piano internazionale nel 2017 è stato curatore di SUSAS (Shanghai Urban Space Art Season), il più importante evento di urbanistica, architettura e arte pubblica promosso dalla Municipalità di Shanghai. Nel mese di febbraio del 2018 viene scelto come nuovo presidente della Triennale della città meneghina e resta in carica per quattro anni. Infine, è anche Professore ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano. Noi non possiamo che ammirare e rispettare un architetto così appassionato e impegnato, prendendo da lui ispirazione per alcuni nostri progetti.