Sono sempre alla ricerca di più luce e spazio.

Santiago Calatrava nasce il 28 luglio 1951 a Beninamet nei pressi di Valencia, dove successivamente frequenta la Scuola d'Arte e, nel 1974, si laurea in architettura all'Università Politecnica. Si forma poi come ingegnere civile all'ETH di Zurigo, dove ottiene un dottorato nel 1981. Nello stesso anno, Calatrava apre il suo studio nella città svizzera, oggi con sede anche a Dubai e New York.

Pur riconoscendo la linearità delle scienze esatte e dell'ingegneria, Calatrava segue in modo continuativo la propria vocazione verso le arti plastiche e figurative, dedicando contemporaneamente tempo alla progettazione architettonica e alla scultura e pittura. Una varietà di discipline che lo aiutano nella scomposizione e nella definizione dello spazio in ambito architettonico. Ma non è solo l'arte ad ispirarlo, Calatrava studia a fondo la natura e lo si ritrova nei pilastri, nei tiranti e nelle nervature delle sue architetture che richiamano scheletri candidi e zoomorfi.

Si ritrovano tutti questi principi già nei suoi primi lavori, come per il ponte Bac de Roda (1987) e per la Torre de Telecomunicaciones de Montjuïc (1992), entrambi già citati anche nel nostro itinerario Architravel dedicato a Barcellona, ma anche, e soprattutto, nel progetto più ambizioso dei primi anni del suo studio: la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia (1991-2004). Quest'ultima si sviluppa lungo le rive del fiume Turia e si estende su una striscia di terra lunga 8 chilometri e larga 200 metri. È composto da più edifici, connessi tra loro da un sistema di spazi pubblici articolati su vari livelli, tra cui l’ampia galleria di cristallo del Museo de las Ciencias Prìncipe Felipe, corpo principale del complesso, che ha lo scopo di far apprendere i progressi della scienza e tecnologia in forma completamente interattiva, l’Hemisfèric, ovvero una struttura che evoca un gigantesco occhio umano, che ospita spettacoli con tecnologie audiovisive d’avanguardia e il Palacio de las Artes Reina Sofìa, che evoca un elmo o la struttura di un cranio, dove il teatro è raccolto tra due involucri di calcestruzzo limitatamente uniti tra loro e coperto da una lingua che raggiunge i 70 metri di altezza.

Nel 1994 il comitato direttivo del Milwaukee Art Museum (MAM) scelse Santiago Calatrava tra una rosa di 55 architetti commissionandogli il progetto per un ampliamento dell'esistente struttura museale. Come molti altri progetti di Calatrava ispirati dalla natura, l'estensione del Milwaukee Art Museum presenta una combinazione di forme organiche e innovazione tecnologica, come ad esempio le nervature mobili che ricordano le ali di un uccello o la galleria a un piano dalla forma ondulata richiama il movimento delle onde. Indubbiamente una delle opere più spettacolari dell'architetto.

All'inizio degli anni 2000, l'architetto viene chiamato ad Atene per il rifacimento dell'OAKA, il Centro Atletico Olimpico di Atene, complesso costruito nel 1982 e che necessitava un rinnovamento in vista dei Giochi Olimpici. Calatrava aggiunge nuovi edifici alle preesistenze e progetta anche tante piccole opere accessorie per rendere l'intera zona un unico eco-parco da ammirare. Caratteristica forte del progetto dello stadio, l'Olympic Dream, sono gli archi di acciaio che attraversano il campo centrale e il vetro traslucido che sovrasta la zona destinata ai posti a sedere. L’acciaio è stato scelto da Calatrava perché è il materiale capace di riflettere il panorama e la luce della Grecia, mentre bianco e blu sono i colori utilizzati per gli archi minori, i colori delle isole dell’arcipelago Egeo.

Negli stessi anni Calatrava è impegnato anche nell’edificio residenziale più alto della Svezia e il secondo nel continente europeo: il Turning Torso (2004) di Malmo. Cantiere che è costato un'esagerazione ed è durato tanti anni, motivo di critica nei confronti dell'architetto, ma che è simbolo di rinascita e prosperità per il quartiere degradato in cui si trova. Una torre completamente rivestita di alluminio e vetro che è sede di uffici nei piani più bassi e di alloggi di lusso in quelli più alti.

Nel 2007, e poi di nuovo nel 2013, Calatrava arriva anche in Italia, in particolare a Reggio Emilia, con due interventi di riqualificazione architettonica che diventano la nuova porta di accesso alla città: il ponte sull'autostrada e la stazione Mediopadana dell’alta velocità. L'intervento dell'architetto permette di ottenere delle architetture ormai marchio della regione e della città, un simbolo della “mobilità”, tipico di una zona da sempre vocata agli scambi, alle relazioni sociali ed economiche, agli incontri fra culture tra loro diverse.

Sempre in Italia, a Cosenza, Calatrava ha realizzato il ponte strallato più alto d’Europa, ovvero il Ponte San Francesco di Paola (2018), dedicato al santo protettore della regione Calabria. Composto da un unico pilone inclinato alto 104 metri e con un piano impalcato del ponte, realizzato tutto in acciaio, lungo 140 metri e largo 24 metri, accoglie sia il traffico veicolare che quello pedonale in un design che prende ispirazione dalla forma di un’arpa gigante, simbolo di armonia.

Negli ultimi anni l'architetto ha diversi progetti in essere e non vediamo l'ora di vedere conclusi, come Yuan Ze University Campus di Taipei (2008-oggi) o l'O'Hare Global Terminal di Chicago (2019-oggi).

Riconosciuto come archistar internazionale, vanta un portfolio di opere famose in tutto il mondo e premi che sta collezionando, come l'European Prize for Architecture del 2015 e il Leaf Award nel 2016, ma non sono però mancate alcune critiche piuttosto aspre a causa di costruzioni che hanno fatto discutere, come per i disagi dovuti alla scivolosità del Ponte della Costituzione a Venezia o, come abbiamo visto, per la lievitazione dei costi del grattacielo Turning Torso a Malmo. Nonostante tutto, però, rimane un simbolo dell'architettura e dell'ingegneria contemporanea, motivo di ispirazione per i giovani studenti e professionisti, tra cui noi di Ndesign!

Queste tre qualità ti raccomando; tenacia, bontà e intelligenza. Sono preziosi oggi come lo erano ai tempi degli antichi greci, romani e durante il rinascimento. Ti aiuteranno a renderti un buon professionista.”

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