Undicesimo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo.

Con l'ultimo ArchiTravel siamo stati a spasso per il Piemonte, concentrandoci però principalmente sulle cantine di alcune zone dove le degustazione del vino diventa un'esperienza a 360°, comprensiva di architettura mozzafiato che si lega al territorio indissolubilmente. Oggi vogliamo visitare il capoluogo di queste regione: una città spesso sottovalutata che ha, invece, molto da offrire e, come sempre, andiamo a scoprirne gli edifici contemporanei più insoliti e iconici per i veri archilovers.
Con questa prima parte di itinerario andremo a scoprire undici meraviglie dell'architettura contemporanea torinese, partendo da una zona leggermente fuori dal centro, proprio vicino al Politecnico, dove possiamo andare a visitare l'Innovation Square Center, punto nevralgico dell'industria 4.0. Edificio degli anni '60 con un'ampia facciata vetrata, originariamente sede di un’azienda tipografica, che è stato riqualificato nel 2020, previo concorso di idee bandito un paio di anni prima. Il vincitore del concorso è un progetto che vuole creare nuovi spazi di smartworking, basandosi su principi di efficienza energetica, sostenibilità ambientale e impianti tecnologicamente avanzati. Il volume dell’edificio ormai in disuso viene abilmente riutilizzato costruendo, al suo interno, un nuovo sinuoso edificio in legno, rivestito interamente di doghe in legno naturale che vanno a nascondere anche le porte, come una superficie curva unica.
Per queste prime tappe il consiglio è di muoversi in auto perché con i mezzi, purtroppo, le tempistiche raddoppiano, nonostante i pochi chilometri di distanza! Andiamo ora a vedere un edificio veramente iconico per Torino e per la sua storia, imperdibile per gli architetti: il Centro Polifunzionale Lingotto, ex stabilimento industriale della Fabbrica Italiana Automobili Torino (FIAT), vero e proprio simbolo dello sviluppo industriale italiano. In funzione fino al 1982, ovvero quando la FIAT decise di dismettere la produzione della sua sede storica, vide poi una consultazione internazionale finalizzata a studiarne il riuso, dando infine l’incarico a Renzo Piano che lo riqualificò in un complesso sistema di funzioni e di spazi pubblici integrati (1983-2003). Nell’insieme sono sicuramente da visitare l’Auditorium (parzialmente interrato fino a 10 metri di profondità), lo “scrigno” e la cosiddetta “bolla”: questi ultimi sono due volumi collocati sulla pista di collaudo in copertura. Lo scrigno è la parte più alta della Pinacoteca “Giovanni e Marella Agnelli”, la quale ospita una ricca collezione permanente con opere del Settecento, Ottocento e Novecento. La bolla, invece, ospita al suo interno un’ampia sala riunioni, dalla quale è possibile godere di un impressionante panorama sulle Alpi Occidentali.
Senza spostarci di molto, raggiungiamo il DoubleTree by Hilton Turin Lingotto che deve la sua splendida facciata vetrata proprio al Centro Lingotto di Renzo Piano, facendo esso parte integrante dello stesso edificio concluso nel 2003. Recentemente ha visto un restyling degli interni a cura dell’architetto Michele Arcarese per un re-branding della catena Hilton. Il nuovo progetto ha donato un mood più contemporaneo e industrial all’edificio pur conservandone i tratti architettonici originali: alti soffitti, ampie finestre e lo storico circuito automobilistico sul tetto. Negli interni si può ammirare un'alternanza di palette cromatiche da calde a fredde, con i colori del ciliegio, dell'ottone e dell'azzurro intenso, oltre che tanti elementi d’arredo del grande design italiano. Qui probabilmente ti faranno visitare solo la hall, ma prova a chiedere in reception, magari qualcuno che ti mostra altre meraviglie dell'hotel lo trovi!
Sempre nella stessa zona troviamo anche il Museo dell’Automobile, in Corso Unità d’Italia, 40. Ampliato e restaurato nel 2011 da Cino Zucchi, vediamo oggi un involucro metallico continuo e fluido che avvolge i duri volumi prismatici del fabbricato originario, riscrivendo l’uso del piano terra e inglobando la nuova ala di espansione prevista dal bando. L’intervento ha quasi raddoppiato lo spazio espositivo originario, portandolo da 11.000 a 19.000 metri quadri. Nella nuova hall, il rivestimento di acciaio traforato appeso alle travi della copertura garantisce un rapporto di continuità spaziale e percettiva tra interno ed esterno, rendendo l'architettura davvero contemporanea.
Risaliamo il Po, avvicinandoci al centro, per ammirare una vera perla -che non ti aspetti!- della Torino architettonica: in via Chiabrera sorge il 25 Verde, la modernissima reinterpretazione di una casa sull’albero, meglio dire condominio-foresta, ideato dall’architetto Luciano Pia. Sessanta unità abitative, una superficie di oltre 7.500 mq e un microclima perfetto grazie a quasi 200 alberi ad alto fusto, si tratta di uno dei più riusciti esperimenti di bio-architettura sostenibile in Italia. L’esterno si propone come una fusione tra alberi ed architettura, grazie all’impianto strutturale a vista in Corten e ai rivestimenti in scandole di legno che richiamano l’estetica delle cortecce di legno.
Dopo delle meritate foto all'attrazione forse più instagrammabile di tutto il tour, ci muoviamo verso la Fondazione Giovanni Agnelli. Un edificio centenario di più di 3000 mq che è stato trasformato in un avveniristico esempio di uffici contemporanei dal restyling dello studio Carlo Ratti Associati, in collaborazione con Siemens Italia per la migliore integrazione tra architettura e tecnologie digitali, come i sensori IoT – Internet of Things che consentiranno a ciascuno degli occupanti delle postazioni del coworking di personalizzare il proprio ambiente di lavoro. Le condizioni illuminotecniche e climatiche saranno infatti definibili in autonomia, assicurando nelle fasi di inutilizzo della postazione il risparmio di energia attraverso lo standby del sistema di condizionamento. Negli spazi interni sono stati inseriti pannelli mobili in vetro, tende di assorbimento acustico e divisori pieghevoli in pannelli di legno per favorire un’ampia gamma di riconfigurazioni, sulla base delle mutevoli necessità. Non meno importante è l'opera d'arte appositamente concepita dall'artista internazionale Olafur Eliasson “Tempo junction” che, attraverso una combinazione di pannelli di vetro, specchi e pannelli modulari policromi, crea splendide ombre colorate e bagliori.

Ci spostiamo in zona Crocetta dove andiamo a vedere la facciata di Palazzo Cassini, in via Cassini 34, moderno esempio di “retrofitting”, ovvero un rinnovamento radicale della struttura e degli ambienti interni, ponendo la sostenibilità, sia energetica che economica, al centro del progetto. Facciata simmetrica e disegno geometrico molto forte, un tocco contemporaneo senza stravolgere il legame con il contesto. Non è una tappa fondamentale dell'itinerario, magari, ma ha un'estetica tutta nuova che si può prendere di esempio per nuove ristrutturazioni di facciate nei centri storici.
Dopo questa veloce sosta, continuiamo a girare attorno al centro per andare a vedere la Scuola media Giovanni Pascoli in via Duchessa Jolanda 29, dove gli ambienti di apprendimento diventano flessibili e inclusivi dopo una riqualificazione del 2019 eseguita da Archisbang e AreaProgetti, nell’ambito del programma “Torino fa scuola” promosso e sostenuto da Fondazione Agnelli e Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Città di Torino e Fondazione per la Scuola. L'ingresso è stato spostato per creare un atrio ampio e luminoso che invita ad entrare e diventa anche punto di riferimento per la comunità, l'idea alla base, infatti, è che la scuola diventi un centro civico polivalente ed esperienziale, che non cessa di operare al suono della campanella. Vista la mancanza di uno spazio all'aperto, i progettisti hanno creato una terrazza verde sul tetto dell'istituto, ma non si sono fermati a questo: i corridoi sono spazi vivibili, la palestra si trasforma per eventi e congressi, le aule stesse sono pensate in un ottica di lezione “circolare”, dove non c’è una vera e propria cattedra, ma una dialettica libera e orizzontale. Questo progetto per noi di Ndesign è vera ispirazione, lavorare sulla scuola è come lavorare per la collettività, il design e l'architettura possono veicolare messaggi e stimolare relazioni e questa scuola accoglie tutto al suo interno diventando il cuore di una nuova filosofia di pensiero di design e pedagogia. Non perderti questa tappa, è la scuola del futuro!
Andiamo ora in largo Giachino all'angolo con via Foligno e via Stradella, dove possiamo ammirare l'Ortoalto - Le Fonderie Ozanam che è il progetto pilota di OrtiAlti, ovvero un’organizzazione di architetti, ricercatori, agronomi ed educatori che si occupa della divulgazione e sperimentazione di pratiche di orticoltura urbana e rigenerazione di aree sotto-utilizzate della città. Partendo da un edificio ormai in totale degrado, nel 2016 si avvia una riqualificazione dell'edificio storico di tipo tardo razionalista degli anni Quaranta, andando a creare un orto-giardino condiviso sul tetto che fa rinascere il complesso e il circondario, portando all'utilizzo degli spazi dell'edificio industriale per nuove attività: oggi ospita infatti una scuola di cucina e un ristorante di cooperativa Le Fonderie Ozanam, finalizzato a produrre vegetali freschi da impiegare nella preparazione dei cibi e a creare un nuovo spazio di socialità per tutto il quartiere.

Sei un po' stanco/a? Non temere, mancano ancora poche tappe per questo mezzo itinerario! Penultima tappa è infatti Palazzo Affari, che vedremo probabilmente solo dall'esterno, ma la cui facciata progettata da Carlo Mollino è moderna e unica, in totale distacco dagli edifici nobili che vi stanno attorno. Non sono solo le finestre di ispirazione aeronautica a colpire, ma l'intero corpo vetrato superiore è sospeso rispetto alla massiccia base dell'edificio grazie ad un pilone centrale che ospita anche tutti i collegamenti verticali tra i due elementi.

A pochi passi da Palazzo Affari raggiungiamo la piazza Carlo Emanuele II, dove al civico 15 si trova il progetto che ha vinto il Premio Architetture Rivelate nel 2017: Hotel NH Collection Torino Piazza Carlina. Hotel di pregio, con un porticato interno davvero scenico e 160 camere di eleganza contemporanea. Sulla sommità dell'edificio è stata ricavata una terrazza con vista panoramica sulle guglie e i campanili più celebri della città. I materiali utilizzati per le finiture interne richiamano l’edilizia residenziale di inizio Novecento come le cementine bianche e nere, seminati con marmi locali, pietra di Luserna, e legno di rovere. Gli intonaci sono a base calce e in alcuni casi lasciati senza tinteggiatura con il tipico colore nocciola e la grana della rasatura. Come per l'altro hotel, se riesci, fatti accompagnare a visitare le camere!
Siamo già a dieci capitoli di questa rubrica dedicata ai viaggi di architettura! Ti sei perso/a i precedenti? Li trovi tutti qui: Le cantine del Piemonte, Ginevra, Vico Magistretti a Milano, Firenze, Toscana, Gio Ponti a Milano, Vicenza, Como, Studio BBPR a Milano e Barcellona.