Quindicesimo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo.
Nella prima parte di questo ArchiTravel abbiamo trascorso giornate splendide tra Aix-en-Provence e Marsiglia, oggi ci spostiamo rientrando verso l'Italia, verso altrettante mete favolose lungo la Costa Azzurra! Pront* per questo itinerario?

Questa seconda parte del tour la vogliamo inaugurare con un palazzo totalmente fuori dal mondo, insolito ed eccentrico: Palais Bulles, conosciuto anche come “Maison Bulle” o “Bubble House”, si trova in Costa Azzurra, arroccato su una scogliera di Théoule-sur-Mer, a pochi chilometri da Cannes. Si tratta di una casa scultura costruita tra il 1975 e il 1989 dall'architetto ungherese Antti Lovag per un industriale francese e poi venduta al celebre stilista ormai scomparso Pierre Cardin, il quale ne fece subito la sua residenza estiva, utilizzandola soprattutto come teatro delle sue più scenografiche sfilate. Purtroppo è ancora oggi una residenza privata e si può solo vederla dalla strada o dal mare, altrimenti si può noleggiare per eventi privati, ma non proprio economici!
Forse la tappa precedente è stata deludente, ma recuperiamo subito con un'altra opera dello stesso Antti Lovag, poco distante da Palais Bulles e sempre nello stesso stile, ma questa volta visitabile anche all'interno: Maison Bernard. In realtà questa è la prima opera dell'architetto, completata nel 1971 per l'industriale Pierre Bernard e la sua famiglia, con una forma organica che si contrappone completamente all'uniformità sostenuta dal Modernismo. Il sistema costruttivo è sicuramente interessante per chiunque apprezzi l'architettura, specialmente per la libertà che questo dava ai progettisti: per creare le bolle, infatti, i tondini d'acciaio sono stati piegati a formare una gabbia, il cemento è stato spruzzato direttamente sulla rete, gli interni sono stati isolati con schiuma e poi intonacati. Un sistema che permette di aggiungere nuove “bolle” in qualsiasi momento e con un'enorme possibilità compositiva.
Se l'architettura artistica di Lovag non ti basta, allora andiamo a vedere la vera arte contemporanea, stavolta in una cornice architettonica unica nel suo genere. Fondazione Maeght è un museo che combina spazi interni ed esterni, con un giardino di sculture, cortili, fontane, terrazze, ma anche una cappella, una biblioteca e una libreria. Inaugurata il 28 luglio 1964 da André Malraux, la fondazione nasce dall'amicizia di Aimé Maeght e di sua moglie Marguerite con alcuni dei più importanti artisti del XX secolo. Il museo possiede una delle più importanti collezioni di dipinti, sculture, disegni e opere grafiche di artisti moderni e contemporanei in Europa con oltre 13.000 referenze: un'eccezionale collezione di sculture di Alberto Giacometti e opere di Joan Miró, capolavori di Pierre Bonnard, Marc Chagall, Alexander Calder, Georges Braque e molti altri.
(Al momento la Fondazione è in fase di ristrutturazione e riaprirà alle visite da luglio 2023!)
Ci avviciniamo ora alla splendida Nizza e, per ammirarla dall'alto con un panorama sulla città e su Baie des Anges, andiamo sulla collina di Saint-Barthélemy, presso Villa Arson. Anche qui si tratta di un edificio che occupa una vasta area di due ettari con giardini, labirinti di cemento, patii, anfiteatri e terrazze tutto intorno, da godersi con calma. La villa, progettata negli anni '60 dall'architetto Michel Marot, si connette all'esistente settecentesco con un'architettura non dominante e un rivestimento a ciottoli irregolari, mentre gli interni sono in cemento grezzo, rendendo gli ambienti austeri e imponenti. Oggi ospita una scuola d'arte nazionale, un centro nazionale d'arte contemporanea e un luogo di residenza per artisti. Le opere degli artisti dialogano con l'architettura e i giardini scandiscono la visita, dettando un ritmo mediterraneo rilassato, è sicuramente un luogo in cui perdersi per qualche ora.
Raggiungiamo ora il mare e procediamo a piedi lungo La Coulée Verte di Nizza, ovvero uno spazio verde di 1,3 km per 50 metri di larghezza progettato dal paesaggista Michel Péna. L'idea è quella di rappresentare i cinque continenti , attraverso la scelta delle specie, che, in un certo senso, rende il luogo una piccola rappresentazione del mondo. Per l'estate, segnaliamo che, in un ampio spazio attiguo a Place Masséna, si trova uno spettacolo di fontane che sgorgano dal terreno con uno specchio d'acqua e 128 getti d'acqua fresca.
La Coulée Verte ci accompagnerà fino al Museo d'Arte Moderna e d'Arte Contemporanea (MAMAC) in centro a Nizza, dove troveremo ben quattro piani espositivi per l'arte moderna e contemporanea. L'edificio è molto particolare, con un'architettura in stile neoclassico che però è affiancato da quattro imponenti torre quadrate, di ben 30 metri d'altezza, che sono interamente ricoperte di marmo bianco di Carrara. Si tratta di una vera e propria opera d'arte, costruita per contenerne altrettante e che ricorda una fortezza, perfetta per proteggere la sua ricca collezione permanente.
Facciamo ora un salto nella Belle Epoque e scopriamo uno dei simboli della città nizzarda: Le Plongeoir, oggi ristorante molto famoso, con una storia che risale a fine Ottocento. Una volta, infatti, fu ormeggiata una barca da pesca proprio in cima allo scoglio, collegata con una passerella e sotto un gazebo classico del tempo, dove gli ospiti potevano mangiare e bere rialzati di sei metri rispetto alle onde. A seguito di un danno al peschereccio, l'architetto René Livieri fu incaricato nel 1941 di dare nuova vita al sito, dando origine a “Le Plongeoir” sul lato verso il mare con un ristorante sulla spiaggia in sostituzione del gazebo. Passati 70 anni, la struttura del Plongeoir si è progressivamente deteriorata. Fino a quando il proprietario ha deciso di rivalorizzarla, nel rispetto della sua storia e del suo naturale charme, raro al mondo.
Usciamo da Nizza e raggiungiamo ora Roquebrune-Cap-Martin, in particolare, anche se sembrerà strano, andiamo a vedere il cimitero comunale Saint Pancrace, perché è qui che ritroviamo un’altra opera del grande Le Corbusier: a tutti gli effetti rappresenta il suo testamento, visitiamo infatti la sua tomba. Da lui stesso disegnato nel 1957, in seguito alla morte della moglie Yvonne, il sepolcro si trova sulle pendici della rocca che scende verso il mare. La tomba è una semplice cornice di cemento, all’interno della quale, su due lastre quadrate si appoggiano due solidi anch’essi di cemento: un cilindro e un parallelepipedo. Quest’ultimo, leggermente ruotato, incornicia una doppia lapide: due rettangoli accostati che insieme formano l’immagine di un tramonto dai colori accesi. Prendiamoci qualche altro minuto per visitare il resto del cimitero, anche perché tra il 1990 e il 1992 l'architetto Marc Barani ne ha progettato l'estensione studiando tagli visivi, enormi blocchi in cemento e terrazze sul mare che vale la pena vedere.
Procediamo ora a piedi lungo la spiaggia di Buse, inaccessibile con l'auto, e percorriamo la Promenade Le Corbusier, un tempo nota come “Sentiero dei doganieri” per visitare tre pezzi di storia dell'architettura moderna. Tutto parte nel 1920, quando Eileen Gray cercava il giusto luogo per la sua casa per le vacanze con il marito e, dopo averlo trovato in questa zona, vi costruisce nel 1927-1929 la Villa E-1027, nel totale rispetto del paesaggio e della vegetazione. È un manifesto modernista sia per la sua architettura che per i mobili, le lampade e le decorazioni fisse e free-standing che ne sono inscindibili. I mobili sono progettati in modo funzionale e ingegnoso per sfruttare al massimo uno spazio che è di per sé piccolo, mostrando quanta attenzione al dettaglio vi abbia posto la Gray.
Dopo la seconda guerra mondiale, Thomas Rebutato acquistò un terreno di 2.000 m² attiguo a est, anch'esso costituito da aiuole coltivate, per costruirvi, direttamente sopra la villa della Gray, l'Étoile de mer, un bar-ristorante che aprì nel luglio 1949. Ispirato dalle semplici case dei pescatori, ha una grande terrazza sul mare, graticci e schermi in legno e un giardino terrazzato splendido. Al suo interno si ritrova anche un quadro fatto da Le Corbusier e lo stampo della sua mano a vernice su una parete, segno dei lunghi periodi che l'architetto ha passato qui.
Nel 1952, proprio accanto a L'Etoile de mer, Le Corbusier costruì il suo Cabanon, ovvero una struttura interamente in legno con alcune finestre quadrate di 70 centimetri che guardano, rispettivamente, verso il mare e verso la roccia sul retro. L'innovazione del Cabanon sta nelle sue dimensioni contenute: 3,66 x 3,66 metri e 2,26 metri di altezza, per niente scelte a caso. Sono le dimensioni minime dell'abitare, studiate da anni dall'architetto, che individuò il Modulor, ovvero una scala antropocentrica, quindi totalmente a misura d'uomo. In questi pochi metriquadrati, Le Corbusier riesce ad inserire un'area di riposo, una di lavoro, i servizi igienici e degli arredamenti essenziali, tutti disegnati su misura da lui. Cucina e soggiorno erano relegate all'esterno o, vista l'amicizia, al vicino Étoile de mer. Infine, nel 1956, in cambio dell'appezzamento di terreno su cui fece erigere il Cabanon, Le Corbusier costruì per Thomas Rebutato cinque capanne per le vacanze, concepite come prototipo dell'abitare per le vacanze. L'interno delle cabine è progettato secondo alcuni degli stessi principi del Cabanon.
In conclusione di questo itinerario, facciamo una sosta ai piedi della città vecchia di Mentone, al Museo Jean Cocteau, progettato nel 2006 da Rudy Ricciotti che abbiamo già conosciuto per il MUCEM di Marsiglia. Un'architettura maestosa e futuristica, un gioiello di cemento e acciaio incastonato sul lungomare come una spugna di mare o come una grotta naturale. Le facciate, solcate da profondi e oscuri tagli, sembrano attraversate da giganteschi tentacoli a protezione di uno scrigno di vetro scuro che contiene il museo, in parte anche per nascondere la contemporaneità dell'intervento vetrato e lasciando il lungomare nei toni e nelle forme esistenti.
Siamo già a quindici capitoli di questa rubrica dedicata ai viaggi di architettura! Ti sei perso/a i precedenti? Li trovi tutti qui: Luigi Caccia Dominioni a Milano, Lussemburgo, Bruxelles, Torino, Le cantine del Piemonte, Ginevra, Vico Magistretti a Milano, Firenze, Toscana, Gio Ponti a Milano, Vicenza, Como, Studio BBPR a Milano e Barcellona.