Quindicesimo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo. È passato davvero moltissimo dal nostro ultimo ArchiTravel e ce ne dispiace, ma con la bella stagione in arrivo non può che tornarci voglia di viaggiare o di sognare ad occhi aperti città che ancora non abbiamo visto. Oggi ci spostiamo in Francia, più precisamente sulla costa sud del Paese e vedremo un interessantissimo itinerario delle migliori architetture moderne e contemporanee che ci faranno innamorare perdutamente. L'ideale sarebbe muoversi in auto per poter raggiungere tutte le mete senza problemi, ma se non ne hai la possibilità, c'è modo di muoversi con i mezzi pubblici! Partiremo dalla città più lontana dall'Italia e pian piano rientreremo fermandoci per ben 22 meravigliose tappe imperdibili. Pronti per questo splendido viaggio?
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La prima tappa non poteva che farci sentire subito in una vacanza dall'animo francese: Château La Coste è un vigneto dove vino, arte e architettura convivono in perfetta armonia. Situata nel cuore della Provenza, tra la storica città di Aix-en-Provence e il Parco Nazionale del Luberon, questa tenuta e i suoi duecento ettari di campagna sono un vero e proprio museo a cielo aperto che ogni anno si arricchisce di nuove opere e suggestioni con installazioni site-specific di artisti e architetti da tutto il mondo. Su queste splendide colline troviamo, infatti, lavori di Renzo Piano, Frank O. Gehry, Jean Nouvel, Tadao Ando, Richard Rogers, Kengo Kuma, Paul Matisse e molti altri. Solo la metà di questi nomi dovrebbe già farti preparare la valigia!
In una ventina di minuti di auto raggiungiamo il centro di Aix-en-Provence, parcheggiamo e qui abbiamo ben due mete, una vicina all'altra: il Grand Théâtre de Provence, Le Pavillon Noir e il Conservatoire Darius Milhaud. Il primo è un teatro lirico, opera dello studio Gregotti Associati, vincitore nel 2003 del concorso internazionale a inviti promosso nell’ambito dell’intervento di sistemazione urbana. Inaugurato nel 2007, ha completamente trasformato il paesaggio grazie all'idea degli architetti di non creare un singolo edificio isolato, come molti nella zona, ma di unificare tutto il terreno su vari livelli con una percorribilità totale dei volumi e creando così tutta una serie di luoghi pubblici urbani, delle terrazze a diverse altezze. Il rivestimento in pietra con finitura a spacco e il diverso orientamento delle superfici diventa allegoria degli strati geologici nelle diverse quote, coronati in cima dagli alberi.
Le Pavillon Noir, invece, è dedicato alle arti performative e alla danza contemporanea del Ballet Preljocaj. Inaugurato nel 2006, si trova proprio alle spalle del teatro ed è un edificio che contrasta totalmente con il contesto: un parallelepipedo rettangolare alto 27 metri e largo 18, in cemento armato grezzo di colore nero e vetro. La struttura esterna diventa una trama simile a rami con squarci aperti in senso verticale e orizzontale che permette il legame tra interno ed esterno.

Infine, tappa extra, ma imperdibile essendo proprio accanto al Pavillon Noir, è il Conservatoire Darius Milhaud progettato dall’architetto giapponese Kengo Kuma, designato attraverso un altro concorso. Si tratta di un edificio monumentale che adotta nella facciata dei pannelli d’alluminio piegati per esaltare le variazioni dell’ombra sulla superficie lungo l’arco del giorno. L'architetto descrive l'edificio come un progetto d'ombra, una filosofia giapponese, e come un confine tra la città vecchia e il nuovo.

Riprendendo ora l'auto possiamo spostarci a Marsiglia, dove potremmo soggiornare e goderci con calma tutte le tappe di questa città. Il tour comincia subito nella zona portuale, dove troviamo La Marseillaise di Jean Nouvel. Una torre di 35 mila metri quadrati per uffici inaugurata nel 2018 con una facciata in fibrocemento e cemento alleggerito, ma totalmente unica grazie al cemento verniciato in 30 diverse sfumature di blu, bianco e rosso per fondersi con i colori del cielo, del mare, dei tetti della città e della costa mediterranea in generale. L’edificio è stato progettato pensando all’ambiente, con attrezzature ad alte prestazioni e materiali sostenibili, oltre ai pannelli fotovoltaici. L’impianto di climatizzazione della torre, ad esempio, è collegato a un circuito di acqua salata che preleva l’acqua direttamente dal mare, rendendo possibile l’utilizzo di acqua fredda esistente senza il consumo eccessivo di elettricità.
Procedendo a piedi lungo il porto, raggiungiamo Les Docks Village, un edificio che è riferimento urbano per lo shopping, ma che è parte della recente riqualificazione delle banchine marsigliesi del 1858. Progettato dallo studio di architettura 5+1AA, intreccia relazioni tra porto, città e mare, basandosi totalmente sui fruitori finali e non sui gusti dell'architetto, portandolo a vincere il MIPIM Award 2016 come migliore shopping center del mondo. Il progetto ridefinisce i quattro cortili destinati ad essere commerciali, artistici e culturali in un connubio di pietre, ceramiche, vegetazione, trasparenze e luce. Inoltre, per la realizzazione dei dettagli architettonici, lo studio si è avvalso della collaborazione di artisti e artigiani italiani e francesi. Un edificio imperdibile!
Proprio alle spalle de Les Docks, troviamo il FRAC (Fonds Regional d'Art Contemporain), un'altra realizzazione del maestro d'architettura Kengo Kuma. Si tratta di una torre che svetta all'incrocio di strade trafficate e che indica l'ingresso del museo, collegata poi a tutto il resto dell'edificio, e che è “tagliata” a metà altezza per ospitare una splendida terrazza urbana con panorama sulla città. Tuttavia il gesto di maggiore importanza estetica è dato dall'idea dell'architetto di creare una facciata dinamica e luminosa in lastre di vetro riciclato e smaltato. In un approccio minimalista, l'architetto si preoccupa di rendere visibili tutte le strutture dell'edificio lasciando che ogni materiale si esprima: cemento, acciaio, vetro e luce. All'interno, su ispirazione del grande Le Corbusier, gli spazi sono studiati per permettere fluidità di vagabondaggio attraverso stanze voluminose e aperte verso l'esterno.
Raggiungiamo ora il Vecchio Porto di Marsiglia e visitiamo il MuCEM (Museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo), ovvero lo splendido edificio contemporaneo che si affianca allo storico Fort Saint-Jean e vi si collega con una passerella aerea di 115 metri sul mare. L'edificio è un quadrato perfetto di 72 metri di lato e al suo interno se ne trova un altro, di 52 metri di lato, che comprende le sale espositive e congressuali identificate come il cuore del museo. Il suo caratteristico involucro esterno, definito “fluido, come i capelli di una donna” dall'architetto Rudy Ricciotti (lo stesso che ha progettato il Pavillon Noir!), è una sorta di filigrana realizzata con otto diversi tipi di cemento a reticolo che apre alla luce naturale e al panorama circostante in un continuo gioco di luci e ombre. L'idea è quella di far sentire il visitatore come sul fondale marino.
Proprio accanto al MuCEM c'è Villa Méditerranée realizzata nel 2013 da Stefano Boeri Architetti e caratterizzata da un imponente sbalzo di 36 metri che, oltre a sovrastare la piazza, sembra voler oltrepassare con il suo aggetto la diga foranea. Abbiamo già raccontato questo progetto nell'articolo dedicato a Stefano Boeri, te lo ricordi?
Se cominciamo ad essere un po' stanchi di musei e vogliamo riposarci un po', è imperdibile la tappa al Friche Belle de Mai, ovvero un luogo interdisciplinare e di lavoro che ogni anno accoglie migliaia di visitatori da tutto il mondo. Si tratta di uno spazio pubblico di 45.000 metri quadrati che ospita cinque spazi per spettacoli, un orto comunitario, un parco giochi e uno spazio sportivo, un ristorante, una libreria, un asilo nido, circa 2.400 metri quadrati di spazio espositivo, un tetto di 8.000 metri quadrati che funge da terrazza e un centro di formazione. L'edificio ha subito diverse importanti fasi di costruzione fino al 2013, quando Marsiglia è stata Capitale europea della cultura e La Friche ha visto l'aggiunta della maggior parte degli ambienti oggi visitabili, compresi aggiornamenti all'accessibilità e alla circolazione. Sembra una tappa forse poco importante per un tour architettonico, ma non lo è, provare per credere!
Ultima, ma non per importanza, meta della prima parte di questo tour architettonico è l'Unité d'Habitation di Le Corbusier di cui abbiamo già parlato nell'articolo dedicato proprio all'architetto e che ti invitiamo a rileggere perché ha fatto la storia dell'architettura moderna. Alla fine di questa visita ti consigliamo di viverti Marsiglia come merita e presto pubblicheremo la seconda parte dell'itinerario. Non vedi l'ora? Siamo già a quindici capitoli di questa rubrica dedicata ai viaggi di architettura! Ti sei perso/a i precedenti? Li trovi tutti qui: Luigi Caccia Dominioni a Milano, Lussemburgo, Bruxelles, Torino, Le cantine del Piemonte, Ginevra, Vico Magistretti a Milano, Firenze, Toscana, Gio Ponti a Milano, Vicenza, Como, Studio BBPR a Milano e Barcellona.