Tredicesimo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo.

Con l'arrivo della primavera la voglia di viaggiare si fa sentire molto, specialmente per un bel weekend in qualche città europea. Questa settimana vi portiamo in Lussemburgo, alla scoperta delle migliori architetture contemporanee, e non, che questa città può offrirci.

Abbiamo specificato “e non”, proprio perché ci sono un paio di tappe imperdibili che meritano di essere citate in questo ArchiTravel, anche se non sono contemporanee. Ovviamente consigliamo di visitare tutta la città e godersi il suo centro storico antico, ma noi, tendenzialmente, andremo alla scoperta degli edifici più recenti!

Partiamo da una tappa fondamentale per chiunque visiti la città, ovvero l'Abbazia di Neumünster: l'antica abbazia benedettina di Altmünster fu distrutta nel 1542 così che i monaci benedettini costruirono una nuova abbazia nel sobborgo di Grund, creando un complesso con una chiesa e quattro ali che circondano un cortile interno. Dopo la Rivoluzione francese la chiesa fu espropriata e divenne prima ospedale militare e poi prigione maschile, fino al 1980. Dopo oltre 10 anni di lavori di restauro, l'abbazia ha riaperto al pubblico nel 2004 per diventare un popolare centro culturale e congressuale, ribattezzato “Centre Culturel de Rencontre Abbaye de Neumünster - neimënster”. Il centro ospita concerti, spettacoli, seminari e mostre.

Poco lontano da qui, troviamo le Casematte del Bock, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO risalenti al 1644, quando ancora era di dominazione spagnola. Ingrandite negli anni da vari ingegneri militari, oggi sono un immenso sotterraneo intimamente legato alla nascita della città di Lussemburgo, furono infatti costruite antecedentemente alla prima roccaforte. Anche se non tutti i 23 chilometri di rifugio sotterraneo sono oggi visitabili, un’immersione in questo luogo è assolutamente da fare.

Ok, fine. Ora ci dedichiamo solo all'architettura più recente! Attraversiamo il centro storico e andiamo sul Boulevard Royal, al numero 14, dove troviamo la Banque de Luxembourg, un gioiello di architettura progettato da Arquitectonica, studio statunitense con sede a Miami. La prima fase della realizzazione, dal 1994, ha comportato la progettazione di una sede aziendale di 15.000 metri quadrati, con un edificio che si sviluppa all'interno di uno stretto involucro definito dal regolamento urbanistico. L'edificio ha otto livelli interrati e sei livelli fuori terra e contiene un auditorium, sale commerciali, un caveau, un centro informatico, sale riunioni/aule e sale da pranzo. La costruzione ha una forma a quarto di ellisse, che ricorda la prua di una nave leggermente inclinata e incastonata in un elemento cubico in pietra calcarea beige Chassagne. L'espansione, completata nel 2012 in collaborazione con Christian Bauer & Associés (studio di Lussemburgo), seguiva l'obiettivo di riunire la maggior parte dei team di vendita della banca sullo stesso sito, aumentando l'edificio iniziale di altri 12.000 metri quadri, con sette livelli fuori terra e quattro interrati. L'estetica dell'espansione richiama i materiali del primo edificio, ma con una forma più particolare, frammentata e molte più facciate vetrate.

Abbandoniamo ora il centro e, passando per il Ponte della Granduchessa Carlotta (1962-1966), eroina nazionale grazie alle sue imprese nella difesa della città durante la Seconda Guerra Mondiale, raggiungiamo Kirchberg, il moderno quartiere in cui trovano sede gli uffici di tutti gli enti europei che ha visto il suo sviluppo dopo il boom economico del 1985.

Qui la nostra prima tappa è il Grand Duke Jean Museum of Modern Art, chiamato MUDAM, inaugurato il primo luglio 2006 dal Granduca Jean, a cui è dedicato l’edificio. Proposto per la prima volta nel 1989, quando divenne chiara la necessità di avere un punto di riferimento per l'arte lussemburghese, e sostenuto dall’allora Primo Ministro Jacques Santer, la posizione del futuro museo è stata molto discussa, fino a quando nel 1997 fu deciso di utilizzare il Dräi Eechelen Park e di collegare il museo a Fort Thüngen, una storica fortificazione della città. Progettato dall'architetto sino-americano Ieoh Ming Pei, rappresenta il dialogo tra l'identità naturale e storica del Lussemburgo con il futuro, ovvero il quartiere europeo in cui si trova. L'edificio museale a forma di freccia si sovrappone esternamente al terrapieno e alle murature settecentesche, proteggendone l'interno. Le vecchie mura si fondono con il nuovo edificio, riconoscendo e continuando la ricca storia e l'uso del luogo. I volumi semplici, gli spazi generosi e il gioco tra interno ed esterno che si affaccia sul parco sono ricoperti da un'audace tettoia in vetro che insieme alla pietra calcarea cotta color miele, nota come Magny Doré, conferisce all'edificio una distintiva luminosità animata da sottili contrasti di luce e ombra per tutto il giorno e le stagioni.

A pochi passi da qui, troviamo uno degli edifici più interessanti per gli amanti dell'architettura: la Philharmonie (1997-2005) progettata da Christian de Portzamparc al termine della competizione architettonica internazionale lanciata dall'amministrazione per gli edifici pubblici. L'idea di base dell'architetto era di piantare un anello naturale di alberi che facesse da filtro per entrare nel mondo della musica, ma essendoci poco spazio esterno, Christian de Portzamparc costruì un vasto peristilio composto da 827 colonne bianche che vanno a costituire anche il foyer intorno alla sala da concerto, con rampe e scale che portano all'interno. La Music Chamber Hall, la biglietteria e l'accesso al parcheggio sotterraneo non sono all'interno dell'edificio principale, ma sono accanto ad esso all'interno di due gusci rivestiti in alluminio che si appoggiano al filtro delle colonne.

Attraversando la strada, è difficile non notare le tre torri d'oro che svettano verso il cielo: si tratta degli edifici della Corte di Giustizia Europea, completati nel 2019 dalla mano esperta dell'architetto francese Dominique Perrault, da vent'anni professionista a pieno titolo per la Corte di Giustizia europea e che ha seguito sia il quarto, sia il quinto ampliamento di questa zona. L'ultimo ampliamento riguarda in particolare la torre dedicata agli uffici degli interpreti giudiziari con nuovi ingressi e spazi pubblici, incluso un belvedere sull'area circostante. Questo progetto, naturalmente, è in continuità con le prime due torri costruite durante la quarta fase di ampliamento, ma la terza torre appare costituita da due volumi contigui e leggermente ruotata rispetto all'orientamento delle prime due. Il primo volume dorato richiama l'aspetto delle due torri esistenti, il secondo di vetro smaltato nero evoca l'edificio ad anello che circonda il palazzo di giustizia. Nell'insieme il progetto completa quanto gli architetti avevano già progettato storicamente, diventando un punto di riferimento per l'intera area ed evocando gli eventi che hanno fondato l'Unione Europea.

Seguendo Avenue John F. Kennedy, arriviamo davanti alla sede del Parlamento Europeo che unisce tutta una serie di edifici interessanti a livello architettonico. La storica sede del Parlamento (1970-1973) dedicata a Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea, si trova vicino alla Philharmonie, questa nuova sede, invece, è dedicata a Konrad Adenauer ed è stata recentemente ampliata (2013-2020). Il complesso esistente di otto edifici ha visto un incremento di dimensioni fino a coprire l'attuale area di 250 mila metri quadrati, con una facciata in vetro che circonda e unisce il vecchio ed il nuovo edificio del Segretariato generale del Parlamento europeo, creando così una zona chiusa e senza dislivelli. Il complesso ha ottenuto la Certificazione BREEAM per l'Ensemble “Near Zero Energy” grazie al suo bassissimo impatto sull'ambiente: sono stati aggiunti, infatti, rilevatori di movimento per l'illuminazione, un impianto fotovoltaico, collettori solari per la produzione di acqua calda, recupero di calore, geotermia per riscaldamento e raffrescamento e molti altri interventi di efficientamento.

Procediamo di poco ancora sulla stessa via e possiamo ammirare l'innovativo Coque Sport Center (1974-2000), chiamato anche “d'Coque” per la sua forma a scafo capovolto. Dagli anni '60 il Lussemburgo era consapevole di essere povero di infrastrutture sportive e decise quindi di elaborare un ambizioso progetto che classificasse il Paese a livello internazionale, prevedendo una piscina olimpionica, un palazzetto polisportivo per l'atletica leggera indoor e uno stadio all'aperto con diverse aree gioco. Fin dall'inaugurazione della piscina, nel 1982, fu un successo e il progetto continuò a crescere. La sua architettura è molto particolare: si tratta di quattro gusci in cemento armato precompressato e legno lamellare, con facciate in vetro. Anche solo da fuori, merita una visita!

Proseguiamo ancora sulla stessa avenue e raggiungiamo una zona totalmente dedicata ad edifici istituzionali delle banche. È qui che troviamo le nostre ultime tre tappe, molto vicine e che possiamo ammirare principalmente dall'esterno. Prima tra queste è la Deutsche Bank, progettata dal famoso architetto tedesco Gotfried Böhm e ultimata nel 1991. L'edificio è iconico per le sue torrette vetrate e per i suoi pilastri in arenaria, ma soprattutto per la sua hall circolare su cui affacciano tutti i piani e sovrastata da una cupola a cono in vetro. All'interno di questa sala si può accedere facilmente, anche perché il gruppo Deutsche Bank crede nell'importanza dell'arte e ha creato una propria collezione all'interno delle varie sedi, ma soprattutto in quella lussemburghese l'arte è perfettamente integrata con l'architettura e vale sicuramente la pena di visitarla.

Appena dietro questo edificio, ne troviamo un altro altrettanto spettacolare, ossia la Hypovereinsbank progettata da Atelier 5 e completata nel 2000. Si sviluppa per 120 metri di lunghezza, lungo la via, ed è formato da un edificio compatto e vetrato di testa con sala ricevimenti, sala conferenze e ristorante, e un secondo edificio lungo e stretto in cui si trovano gli uffici. Quest'ultimi sono divisi dal corridoio con pareti in vetro che unisce visivamente i dipendenti, ma senza gli svantaggi di un ufficio open space.

Infine ci soffermiamo davanti all'edificio della Hypolux Bank (1989 – 1993), un prestigioso complesso di uffici progettato dal grande Richard Meier e che comprende un volume cilindrico e una lastra sopraelevata su un podio. A differenza degli adiacenti edifici per uffici, che sono stati costruiti principalmente per occupare l'intero isolato all'interno della nuova rete urbana, questa struttura racchiude uno spazio civico aperto: una corte formale piantumata con una piscina ornamentale definisce la superficie del podio e riflette la parete cilindrica che scherma l'ingresso. L'edificio ad L è dedicato agli uffici della banca, con accesso dal cilindro bianco, mentre gli spazi in affitto ai piani superiori hanno un accesso secondario. Questo edificio è rivestito in pietra grigia scura ed è modulato da brises soleils in pannellatura di metallo smaltato bianco che danno una proporzione ritmica nella planimetria degli interni e anche alla piazza esterna.

Essendoci il MUDAM, che consigliamo assolutamente di visitare, conviene dividere la visita della città in un paio di giornate, lasciando il centro storico per un'intera giornata e il quartiere Kirchberg per la seconda.

Siamo già a tredici capitoli di questa rubrica dedicata ai viaggi di architettura! Ti sei perso/a i precedenti? Li trovi tutti qui: Bruxelles, Torino, Le cantine del Piemonte, Ginevra, Vico Magistretti a Milano, Firenze, Toscana, Gio Ponti a Milano, Vicenza, Como, Studio BBPR a Milano e Barcellona.

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