Secondo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo.

Milano respira architettura dai suoi primi giorni, cambia faccia ogni giorno adeguandosi ai tempi e grandi sono i nomi dei protagonisti di questa continua trasformazione. Edifici contemporanei si inseriscono tra palazzi antichi con facilità, convivendo armoniosamente. Sono diversi gli esempi che si possono fornire, da Gae Aulenti a Massimiliano Fuksas, da Renzo Piano a Rem Koolhaas, probabilmente è impossibile elencarli tutti in una sola pagina. Essendo così ampia l'offerta architettonica di Milano, trovo davvero difficoltoso creare un solo itinerario e preferisco suddividere i tour di architettura della città a seconda dei protagonisti.

Si parte da uno studio fondato nel 1931, uno dei primi esempi di vero e proprio lavoro in team: lo studio BBPR. Costituito da Gianluigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers,diventò subito un gruppo dove si creavano sinergie importanti. Erano soliti ripetere, anche pubblicamente, che “qualsiasi progetto fatto in quattro è comunque migliore di quello che avrebbe potuto essere prodotto singolarmente da ciascuno e non riveleremo mai la singola paternità di un’idea, ogni idea è sempre la nostra idea”. Nonostante una serie di problemi che, durante la guerra, li ha separati sono ritornati nel dopoguerra, orfani di Gianluigi Banfi, con l'idea di dare risposte adeguate alle richieste architettoniche del momento, affrontando problematiche dagli interni alla vastità del territorio.

Lo studio BBPR ha lavorato molto anche fuori Milano, ma il nostro itinerario si concentrerà sui progetti milanesi, tagliando la città da Sesto San Giovanni a Rozzano, passando per il centro storico.

Quartiere CECA – partendo da Via Catania, a Sesto San Giovanni (MI), si trova un quartiere-pilota di cinquanta alloggi in stile casa a schiera costruito nel 1955. L'intervento nasce con la volontà di applicare tecniche di prefabbricazione pensate alla costruzione di nuove tipologie abitative, partendo da una serie di elementi standardizzati. Purtroppo in Italia l'arretratezza a livello costruttivo era evidente in quegli anni, quindi si optò per una via di mezzo tra sistemi costruttivi tradizionali e alcuni elementi standard in acciaio. Ne risultarono edifici a due piani, alcuni con alloggi duplex e altri con appartamenti sovrapposti. In quest'ultimo caso la scala d'accesso al piano superiore è accostata alle facciate cieche, diventando elemento compositivo e decorativo. Le planimetrie sono disegnate secondo uno schema a farfalla, in cui logge private fanno da cerniera tra i percorsi comuni, permettendo un'ampia varietà di aggregazione e maggiori spazi aperti.

Complesso per uffici, abitazioni e negozi – Prendendo la metropolitanalinea M1 da Sesto San Giovanni a Loreto e camminando per pochi minuti, si giunge all'incrocio tra Corso Buenos Aires e Via Piccinni dove si trova un altro dei progetti dello studio BBPR, costruito nel 1970. Un edificio polifunzionale con appartamenti a gradoni e che ospita un supermercato per quasi tutto il piano terra. Per evocare un giardino interno mancante, il gruppo di progettisti studia una soluzione accattivante che va a nascondere il parcheggio sulla copertura del supermercato, inserendo lunghe travi di cemento armato con sezione a V che fanno da vasi per cespugli con funzione di riparare le vetture dal sole e di nascondere la vista delle stesse dagli appartamenti.

Monumento ai caduti nei campi di concentramento – Tornando alla stazione di Loreto e prendendo la linea verde M2, scendiamo a Garibaldi FS e continuiamo a piedi fino al Cimitero Monumentale di Milano. Qui troviamo uno dei primi lavori del gruppo che, oltre ad essere una dolente testimonianza della perdita di tanti amici, tra cui Banfi stesso, è anche una dichiarazione di impegno morale nell'architettura. Risale al 1946 questa struttura in tubolare metallico saldata e dipinta a mano che disegna una griglia tridimensionale con al centro una croce greca. Nel cuore della struttura, si trova un'urna contenente la terra di Mauthausen. Dato che, purtroppo, il monumento tende a deteriorarsi velocemente e costantemente, ha subito numerose ricostruzioni, ma rimanendo sempre fedele al progetto originale.

Complesso residenziale – Prendendo a piedi Via Ceresio e continuando sempre dritto, si incrocerà Via Ancona, dove si trova un complesso residenziale progettato dai BBPR nel 1961 e che si divide in tre edifici: uno affacciato su Via Solferino, uno in Via dei Chiostri e l'ultimo si affaccia su Via Pontaccio. Quest'ultimo raggiunge gli undici piani e ha un giardino interno di forma ellittica. Tutti e tre sono connessi visivamente e si riconosce la connessione quando sono visti da Via Cavalieri del Santo Sepolcro grazie, soprattutto, ai pannelli di cemento e graniglia rosa martellinata per le tamponature in facciata. Verso il lato dei giardini i tre edifici si articolano come blocchi a gradoni che si confondono grazie a piante irregolari e frastagliate, scandite da continui giochi di arretramento e sporgenza. Tema che poi riprenderanno in altre architetture, come quella già vista in Corso Buenos Aires.

Musei del Castello Sforzesco – Ormai in centro, si può proseguire a piedi e raggiungere il Castello Sforzesco, dove lo studio BBPR ha curato l'allestimento museale con il restauro del piano terra e del primo piano,a seguito dei danni provocati dal bombardamento del 1943. Nella prima sala il grande portale della Pusterla dei Fabbri, un frammento di città trasportato in un interno, introduce a una sequenza di ambienti il cui fuoco è la statua equestre di Bernabò Visconti. La coerenza tra l'ambiente del Castello e gli oggetti esposti è stata ottenuta grazie alla scelta di un numero limitato di materiali quali, ad esempio, ferro battuto e legno. La flessibilità dell'allestimento tiene conto di una possibile esigenza di cambiamenti di disposizione spaziale di alcuni oggetti, ottenuta grazie a speciali incavi nei pavimenti e spinotti alle pareti. Al termine del piano terra il climax è raggiunto con la Pietà Rondanini: dato il valore straordinario dell’opera, i progettisti avvertono la necessità di ritagliare una porzione di spazio che isoli la scultura dall’architettura con due quinte semicircolari composte da blocchi di pietra sovrapposti. A questo spazio raccolto si viene introdotti per gradi, discendendo una scala che impone al visitatore un incedere più lento e al tempo stesso fa ruotare lo spazio preparando alla visione finale dell’opera michelangiolesca.

Sopralzo della Banca Finanziaria – In Via Verdi, 7, vicino al Teatro della Scala, si trova un altro degli interventi del gruppo: in questo caso si tratta di un sopralzo vetrato con struttura portante in acciaio a vista. Un volume dichiaratamente contemporaneo che rispetta e dialoga con l'edificio ottocentesco. Per gli interni della banca si sono concentrati su forme circolari ed ellittiche, ristrutturando sale, scale e ascensori, in uno studiato contrasto con il rigore della facciata.

Chase Manhattan Bank – Raggiungendo Piazza Filippo Meda, si incontra il palazzo della Chase Manhattan Bank, in via Hoepli, 7. Un lavoro che vede impegnato i BBPR per ben undici anni, dal 1958 al 1969. Essendo alle spalle della Chiesa di San Fedele, decidono che un edificio semi-cilindrico sia meglio in armonia rispetto ad una sagoma trapezoidale. La facciata di vetro e di lastre di trachite rosa è scansionata da sottili montanti metallici che richiamano le paraste della chiesa e il porticato è formato da una serie di portali poligonali. In cima all'edificio si trova un piano attico arretrato, schermato da velette di rame e coperto da un tetto dello stesso materiale.

Torre Velasca – A piedi, oppure prendendo la metropolitana linea M3 gialla fino a Missori, si giunge ad uno dei progetti più famosi e discussi di Milano: la Torre Velasca. Inaugurata nel 1958, era nata con l'idea di essere totalmente di acciaio e vetro come i grattacieli di New York, ma data l'arretratezza dell'industria siderurgica del tempo, viene infine costruita in calcestruzzo armato e rivestita in pietra. Fin dalle prime bozze di progetto i BBPR delineano una torre in cui la parte superiore è più larga di quella inferiore, in funzione del fatto che le abitazioni (dal 19° al 25° piano) necessitano di una profondità maggiore del corpo di fabbrica rispetto agli uffici (dal 2° al 10° piano) e agli studi professionali con abitazione annessa (dall’11° al 17° piano). Malgrado l'indubbia valenza progettuale, l'edificio suscitò inizialmente pareri discordi per il suo singolare profilo e divenne altresì oggetto di ironia dei milanesi che diedero presto alla torre il soprannome di "grattacielo con le bretelle” per via delle travature oblique che sorreggono la parte aggettante dell'edificio. Ancora oggi illustri architetti difendono questa architettura per la sua innovazione e la sua forma singolare.

Quartiere IACPM Gratosoglio – Prendendo il tram vicino alla fermata Missori si esce dal centro di Milano e si raggiunge il quartiere Gratosoglio in poco più di mezzora. Qui si stagliano otto torri alte 56 metri, disposte a coppie, lungo Via dei Missaglia. Si tratta di un progetto per la creazione di un nuovo quartiere autonomo con case popolari del 1963-1980. Gli appartamenti ruotano attorno ad un soggiorno allungato che termina con una terrazza quadrata nell'angolo. Volendo evitare decorazioni, i BBPR utilizzano solo la ripetizione di elementi di serie come fattore di caratterizzazione. Al piano terra delle torri si trovano i negozi e al piano interrato i parcheggi, mentre il quartiere ha tutta una serie di servizi pubblici che riescono a rendere la zona autosufficiente.

Un itinerario completo delle architetture meneghine dei BBPR che sarà sicuramente in grado di accompagnarti per tutta la giornata. Non saranno le architetture contemporanee che continuano a crescere oggi intorno a noi, ma sono state innovative per quei tempi e fanno tutt'ora parte di una Milano al primo posto al mondo per architettura, design e arte. Progetti da vedere e da conoscere. Hai già comprato il biglietto della metropolitana?

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