Dodicesimo capitolo di una guida per architetti e designers che non vogliono perdere l'occasione di visitare le migliori architetture nel mondo.

Sì, è vero, abbiamo fatto passare fin troppo tempo dall'ultimo ArchiTravel, ma concentrarsi sull'inquinamento indoor era fondamentale in questo periodo e siamo contenti che abbia riscosso successo ugualmente. Oggi andiamo a visitare una città splendida che ha molto da offrire a livello architettonico, oltre alle patate fritte più famose al mondo. Per chiunque abbia studiato architettura o design, Bruxelles è sicuramente riconosciuta come la casa di Victor Horta, il quale, però, non è così conosciuto dal resto delle persone, quindi oggi siamo felici di parlare di un architetto che fa parte della storia, ma non solo!


Partiamo, infatti, da un mondo completamente opposto all'Art Nouveaux di Horta, ovvero l'architettura contemporanea: prima tappa di questo tour è la nuova succursale del Centre Pompidou di Parigi, ovvero il KANAL. I lavori di ristrutturazione dell'ex garage Citroën di Place de l’Yser sono iniziati nel 2019 e da quest'anno è possibile visitare alcuni interni e mostre temporanee, ma la vera e propria inaugurazione del museo sarà nel 2024. Promette di diventare uno dei poli espositivi più grandi e importanti d’Europa: un complesso di 35.000 mq che non solo ospiterà il Museo di Arte Moderna e Contemporanea, ma anche le collezioni di architettura e urbanistica della Fondazione CIVA (International Centre for Urbanism, Architecture & Landscape), spazi aperti dedicati a spettacoli e concerti, un auditorium da 400 posti e un ristorante. KANAL è un progetto di tre importanti studi di architettura che vogliono enfatizzare la bellezza dello storico edificio anni '30 in vetro, acciaio e cemento, mantenendo lo spirito industriale dell'edificio e creando una vera e propria “cattedrale di luce”.


Camminando lungo Boulevard Baudouin per poco meno di un chilometro, raggiungiamo la nuova Place Charles Rogier di Xaveer De Geyter Architects che è un altro riuscito esempio di integrazione tra passato e presente. La nuova stazione della metro, infatti, è riconoscibile grazie ad un'enorme “tenda da sole” a motivo triangolare che non solo protegge da sole e pioggia, ma da' un tocco di contemporaneità ad una piazza su cui affacciano moltissimi edifici storici di rilievo.


Ci spostiamo ora in Place du Nouveau Marché aux Grains dove spicca istantaneamente l'edificio bianco del museo del design MAD che, dal 2017, è cerniera tra il vecchio quartiere e la moderna zona di shopping che parte da Rue Dansaert, grazie alla mano attenta degli architetti Vers plus de bien-être / V+ e i designer Rotor. Si tratta di una piattaforma dedicata a moda e design con funzioni di incubatore, spazio espositivo, centro di ricerca e offre supporto ai giovani imprenditori di questo settore.


Andiamo ora vicino alla Grand-Place, passando di fronte alla Borsa di Bruxelles e all'interno della splendida Galerie du Roi del 1847, per entrare nel nuovo negozio della storica Maison Dandoy nata nel 1829 e specializzata nei biscotti tradizionali Speculoos. Dal 2012 il marchio ha deciso di effettuare un restyling del suo brand e ha aperto questo nuovo punto vendita dai toni molto contemporanei. Firmato dallo studio Base con Erwin De Muer, non si sono abbandonate alcune caratteristiche tipiche delle altre boutique Dandoy, come il bancone in marmo, il logo dipinto a mano sulle vetrine e lo chandelier dorato, ma dove sono stati integrati degli elementi scenici originali: il rivestimento tessile tropicale, gli arredi in legno recuperati dalla farmacia che vi era prima e lampade in ottone dorato della designer Nathalie Dewez. Un negozio dal design eccentrico, ma che non lascia indietro la forte storia della Maison e che merita di essere visto. Ovviamente, non perderti anche i loro biscotti!


Non abbiamo ancora visto tutte le tappe contemporanee, ma facciamo un piccolo tuffo nel passato, vedendo uno degli ultimi edifici progettati da Victor Horta, ovvero il Centro di Belle Arti di Bruxelles (Paleis voor Schone Kunsten 1919-1929). Otto livelli di edificio, in gran parte interrati per non ostruire la visuale dal Palazzo Reale, che originariamente dovevano essere costruiti in pietra, ma Horta realizzò un nuovo piano in cemento armato con una struttura in acciaio. L'architetto aveva previsto che il cemento fosse lasciato a vista all’interno, ma l’aspetto finale non ha soddisfatto le sue aspettative e l’ha quindi coperto. Se avrai modo di vedere gli interni, la sala da concerto ha un’insolita forma ovoidale ed è accompagnata da gallerie d’arte, sale riunioni e altre sale funzionali. Prima della sua inaugurazione erano previsti negozi che davano direttamente accesso sulla strada, ma molto criticati da Horta perchè non in linea con un palazzo dedicato all'arte e che sono quindi stati eliminati.



Ci avviamo ora per il Quartiere Europeo, dove ti consigliamo di visitare anche il Parlamentarium, per vedere la sede del Consiglio europeo (2004-2017) progettata dall’architetto belga Philippe Samyn, dall'italiano Studio Valle e dall’inglese Buro Happold. Soprannominata Space Egg per la grande sfera luminosa che brilla al tramonto e che significa metaforicamente l'illuminazione delle idee e valori della Comunità Europea, ha la particolarità di una facciata fitta e composta di serramenti di quercia recuperati in tutti gli Stati dell’UE, oltre al fatto che per la prima volta nella storia degli edifici comunitari, si è proceduto attraverso un ampliamento di una preesistenza, ovvero il Residence Palace, un edificio Art Decò disegnato da Michel Polak negli anni ’30, e non attraverso una demolizione e ricostruzione.


Usciamo leggermente dal centro città per raggiungere l'Atelier Jespers che merita una visita anche solo per l'edificio che lo ospita: una casa modernista costruita nel 1928 da Victor Bourgeois, membro del CIAM con Le Corbusier e primo docente del laboratorio di architettura La Cambre. Questo edificio è stato casa e atelier dello scultore Oscar Jespers, ed è una vera "machine à habiter", secondo la nota definizione di Le Corbusier, l'architettura invita alla contemplazione, il luogo richiede di essere vissuto. Oggi ospita diverse mostre d'arte temporanee.


Le ultime tre tappe del tour sono molto vicine e sono tutte creazioni di Victor Horta, visitabili anche all'interno, ma per cui consigliamo prenotazioni con larghissimo anticipo (a volte anche tre o quattro mesi prima!). Primo edificio è l'Hotel Tassel (1892), commissionato dallo scienziato e professore Émile Tassel. Per la facciata mantenne uno stile tradizionale e usò la pietra per armonizzare l’abitazione con gli edifici vicini però, una volta entrati, si è subito attratti dalla splendida scala, centro del progetto, in vetro e ferro che crea un interno pieno di luce. Le decorazioni dell’interno sono caratterizzate da linee a spirale, motivi floreali di viti e fiori, sia parete, sia a pavimento, sia nella ringhiera della scala e nei lucernari. Ancora oggi, questa casa è considerata la prima costruita seguendo i principi dell'Art Nouveau.



Secondo edificio è l'Hotel Solvay, per la cui progettazione Victor Horta ricevette risolse finanziarie illimitate, ed è quindi stato progettato in ogni singolo dettaglio della casa: mobili, stoviglie, tappeti, lampadari, e tanto altro. Propose anche materiali costosi come il marmo e l'onice, ma anche legni tropicali. Anche qui si trova una scala scenica con balaustra in metallo dorato che porta ad un pianerottolo dove le stanze sono separate solo da pareti in vetro. Questa magnifica dimora è stata aperta al pubblico soltanto nel 2021 ed è, come già accennato, difficile trovare posto per visitarla, se non con tanti mesi di anticipo.



Ultima tappa, che noi abbiamo sinceramente amato, è la casa e ufficio di Victor Horta a Bruxelles, oggi adibito a museo dedicato all’architetto: Museo Horta. Rispetto alle altre, questa è sicuramente la casa più modesta dell'architetto, ma mantiene comunque le caratteristiche originali del suo stile e la sua ricercatezza nei dettagli. Punto focale di questo edificio è senza dubbio il vano scala dove Horta ricerca la trasparenza e l'illuminazione massima con grandi finestre e lucernari, oltre a specchi e colori chiari sulle pareti.
Bruxelles ha ovviamente tanto altro da offrire e ti consigliamo di aggiungere queste tappe architettoniche ad altre mete più turistiche del centro, godendoti l'atmosfera internazionale che si respira in questa città e le sue golosissime gauffre.
Siamo già a dodici capitoli di questa rubrica dedicata ai viaggi di architettura! Ti sei perso/a i precedenti? Li trovi tutti qui: Torino, Le cantine del Piemonte, Ginevra, Vico Magistretti a Milano, Firenze, Toscana, Gio Ponti a Milano, Vicenza, Como, Studio BBPR a Milano e Barcellona.