“Ogni casa, ogni prodotto dell'architettura dotato di valore simbolico, dimostra che noi vogliamo costruire un paradiso per l'umanità.”

Era da un po' che non parlavamo dei grandi maestri dell'architettura e del design, l'ultima volta ti abbiamo raccontato del famosissimo Stefano Boeri, contemporaneo, ma oggi vogliamo fare un piccolo salto nel passato: considerato il più importante architetto finlandese del XX secolo, designer e urbanista di fama mondiale, annoverato tra i maestri del Movimento Moderno nonostante sia di una generazione più giovane rispetto a Le Corbusier e Mies Van Der Rohe, Alvar Aalto è indubbiamente la nostra più grande ispirazione quando si parla di architettura organica e legame con l'ambiente.

Hugo Alvar Henrik Aalto, noto come Alvar Aalto, nasce a Kuortane, nei pressi di Helsinki, il 3 febbraio 1898 e studia architettura al Politecnico di Helsinki dal 1916 al 1921, successivamente apre il proprio studio di progettazione a Jyväskylä. Nel 1924 sposa Aino Marsio, anch'essa architetta e futura collaboratrice, e passano la luna di miele in Italia, viaggio che lascia un segno profondo in Aalto e lo avvicina molto alla cultura mediterranea e all'arte. Al suo ritorno, infatti, è interessante vedere come le formelle del Tempietto del San Sepolcro di Firenze di Leon Battista Alberti abbiano ispirato la Casa del Popolo di Jyväskylä (1924-1925) e come i loggiati e le colonne di stampo totalmente italiano possiamo ritrovarle nella Casa Laurén (1925-1928).

alvar aalto casa Lauren italia ispirazione

Negli stessi anni, Aalto lavora anche come designer di esposizioni e si dedica alla progettazione di mobili in legno lamellare, studiando la piegatura e l'incollaggio del compensato, tecnica che farà propria e diventerà parte della sua cifra stilistica per tutta la sua vita.

Alvar Aalto comincia ad essere notato a livello internazionale ancora giovanissimo, soprattutto grazie alla realizzazione della famosa Biblioteca di Viipuri (1927-1935) in cui si vede la cura di ogni minimo dettaglio: i materiali scelti in relazione alla luce, al colore e al calore ricercato, gli arredi e gli spazi a misura d'uomo, ma anche la combinazione visiva tra la forma organica e il funzionalismo degli elementi. È qui che cominciamo a vedere le sedute progettate con la moglie in fogli di compensato curvato a sbalzo su un basamento in tubolare d'acciaio, ma soprattutto gli sgabelli impilabili sempre in legno curvato.
Nel 1928 Aalto diventa membro del Congrès Internationaux d'Architecture Moderne e si occupa del tema delle case prefabbricate e degli alloggi minimi, ma non abbandona il design di prodotto e, infatti, apre un laboratorio sperimentale per la lavorazione del compensato col designer Otto Korhonen. Questo si svilupperà qualche anno dopo con Harry e Marie Gullichsen, oltre a sua moglie Aino, nella fondazione della compagnia Artek per la produzione di mobili in legno compensato.

paimio poltrona 41 alvar aalto

Fondamentale per Aalto è la realizzazione del Sanatorio per la Tubercolosi di Paimio (1933) in una foresta fuori Turku, dove l'architetto segue di nuovo il progetto fino al più piccolo dettaglio e disegna una collezione di mobili con focus sull'ergonomia e sul comfort per pazienti. Dall'esperienza con il tubolare metallico nelle sedute che può essere disagevole per la freddezza al contatto con la pelle, si orienta su un supporto ligneo curvo composto da due cicli chiusi di legno lamellare di maggiore resistenza, dando vita all'ancora oggi richiesta Poltrona 41. Per il sanatorio non si ferma alle sedute, ma disegna lavabi particolari per le camere di degenza che con la loro sagoma evitano il rumore prodotto dall'acqua corrente che batte contro le pareti ceramiche, togliendo il disturbo ai compagni di stanza, inoltre tutte le finestre sono aperte sul verde esterno, con parapetti che non tolgono la visibilità a chi è costretto a letto durante la giornata. Non era ancora riconosciuto il potere curativo della natura e non c'erano molte ricerche a riguardo, ma Aalto ha sempre lavorato seguendo il principio della biofilia ed è il motivo per cui è un architetto ancora oggi di ispirazione per chi vuole un'architettura e un design legati all'ambiente.

alvar aalto padiglione new york

Il lavoro di Alvar Aalto ottiene un grande successo nel Regno Unito dove viene mostrato durante l'Exhibition of Finnish Design del 1933 e pochi anni dopo in Francia dove realizza il Padiglione della Finlandia alla fiera mondiale del 1937, seguito poi da quello per la New York World's Fair in cui richiama la sinuosità dei fiordi e le tecniche costruttive tradizionali della sua madrepatria con un'enorme parete inclinata verso l'interno, curva e rivestita in legno chiaro.

Torna nuovamente negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, chiamato a progettare il dormitorio per gli studenti del MIT (Massachussetts Institute of Technology), conosciuto come Baker House (1947-1948). Questo edificio è ancora una volta un esempio eccezionale di adattamento al luogo e allo studio delle esigenze delle persone che ne fruiscono gli interni: fiancheggiato da un corso d'acqua che diviene lo sfondo verso cui orientare le finestre degli appartamenti, ogni camera gode della propria privacy grazie ad un sistema in pianta detto “a ventaglio” perché ricorda quella forma con la sequenza di stanze e la forma dell'edificio.

Nel 1957 Aalto riceve la medaglia d'oro dal Royal Institute of British Architects (RIBA), l'anno successivo rinuncia al ruolo di direttore dell'Associazione Finlandese degli Architetti perché si concentra sulle numerose competizioni architettoniche a cui partecipa, tra cui gli edifici centrali di Seinäjoki e Rovaniemi, ma nel 1963 diviene presidente dell'Accademia di Finlandia.

È nel 1966 che finalmente Alvar Aalto ritorna su suolo italiano, questa volta per seguire il progetto della Chiesa di Riola, frazione nella provincia di Bologna. Aalto, protestante, era stato chiamato dal cardinale Giacomo Lercaro a realizzare una chiesa che testimoniasse l'ondata di rinnovamento impressa al cattolicesimo dal Concilio Vaticano II, conclusosi un anno prima. Nonostante le perplessità iniziali date dalla diversa fede religiosa, l'architetto ha saputo creare un esempio di modernità architettonica che interagisce con il paesaggio in cui è immersa e ne imita le forme del luogo montano. All'interno Aalto è riuscito a catturare tutta la spiritualità e la santità del posto, con uno spazio umile e semplice. Purtroppo il cantiere prese il via solo nel 1976 e la chiesa fu inaugurata due anni dopo, quando ormai né il cardinale, né l'architetto poterono vederla più.
Aalto muore ad Helsinki l'11 maggio del 1976, ma la sua eredità rimane con noi ogni giorno, nei suoi progetti, nei suoi onori e nelle realizzazioni che ancora oggi lasciano senza fiato.